Stefano Monti

Artista eclettico e globale, modenese di nascita ma cittadino del mondo con spettacoli in scena dal Giappone alla Cina, dalla Korea alla Mongolia alle Isole Canarie passando per tutta l’Europa.

Nella sua carriera ha diretto e collaborato con artisti del calibro di Alfredo Kraus, Rajna Kabaivanska, Daniela Dessì, Placido Domingo, José Van Dam, Juan Pons, Renato Bruson, Katia Ricciarelli, fra i tanti. Si è confrontato con gli spazi più inusuali di messa in scena, dai teatri di tradizione al grande stadio olimpico di Seul; ne è un esempio The Great Aida, la più grande messa in scena mai realizzata.

 Ha costruito ponti culturali, come: Turandot all’Opera di Roma con artisti del Teatro Tradizionale Cinese dell’Opera di Pechino, o introducendo la Poetica del Teatro Noh giapponese nella Madama Butterfly del Teatro Pavarotti di Modena.

Ha aperto gli spazi architettonici-museali ad una diversa fruizione dei beni culturali, la Performance Site Specific di Silent Moving nella prestigiosa location del Palazzo Ducale di Venezia. Ha curato progetti inediti applicando varie tecniche del Teatro di Figura a spettacoli quali Orpheus al Festival Internazionale di Stresa con la direzione di Gianandrea Noseda, e sempre alle Settimane Musicali di Stresa con Katia e Marielle Labeque per Le Sacre du Printemps, contaminando il teatro di figura su nero e la danza, così come aveva introdotto per la prima volta nell’opera lirica sempre la tecnica del teatro su nero nel Faust di Gounod.

 Per primo ha riteatralizzato lo spazio scenico per ciò che riguarda l’opera lirica, superando la dicotomia platea-palcoscenico, con il Figliol Prodigo di Benjamin Britten a Spoleto o reinventando lo spazio scenico con le produzioni di Traviata al Teatro Pavarotti-Freni di Modena e Dido And Aeneas al Teatro Filarmonico di Verona.

maggio 2022
© Naphtalina