MUSICMEDIALE
FESTIVAL DI MUSICA CONTEMPORANEA
PRIMA EDIZIONE | 2022
Programma del Festival di musica contemporanea
MUSICMEDIALE
Nella storia generale – quella, come si dice, con la “S” maiuscola – e più ancora nella storia della musica, l’aggettivo “contemporaneo” ha acquisito un significato diverso da quello dell’uso comune: non è più, o comunque non soltanto riferito a ciò che effettivamente nasce e si sviluppa nel tempo che stiamo vivendo, ma è utilizzato per indicare ciò che viene dopo l’età moderna, quella che secondo una diffusa tradizione si conclude con la prima guerra mondiale. (Lo scrivo tra parentesi: non nascondiamoci che spesso dietro all’aggettivo “contemporaneo” per quasi tutte le forme d’arte, ma per la musica in misura forse ancora maggiore, si nascondono difficoltà di fruizione, di comprensione, o addirittura scetticismo sull’effettiva ‘artisticità’.) Nel caso della musica, poi, c’è un altro fattore di grandissima importanza che ha completamente cambiato le carte in tavola: il recupero al ‘far musica’ (tanto pratico quanto teorico) di tutta la musica dei secoli precedenti, un fenomeno mai accaduto prima nella storia, che rende oggi di fatto il canto gregoriano, il madrigale cinquecentesco, e l’opera seria del Settecento altrettanto contemporanei di Azio Corghi, John Adams, o Magnus Lindberg. Non deve sorprendere, quindi, che in una rassegna dedicata al contemporaneo compaiano autori nati tra il 1882 e il 1965, e brani composti tra il 1928 e il 2010.
Il concerto di apertura è dedicato a due autori che hanno segnato in modo indelebile l’intera parabola storica del Novecento musicale: Igor Stravinskij e Luciano Berio. Li accomunano una sopraffina maestria tecnica e un formidabile eclettismo, ben evidenti nel programma che verrà presentato dai diversi ensemble strumentali formati da allievi del Conservatorio “Nicolini” sotto la guida di Giuseppe Camerlingo.
Potremo ascoltare due facce dello stile di Stravinskij tra le due guerre: le composizioni di stampo jazzistico (Ragtime e Ebony Concerto, quest’ultimo scritto per Woody Herman e la sua band) e il neoclassicismo – in questo caso “neobarocchismo” sarebbe il termine più adatto, dato che il modello era quello dei Concerti Brandeburghesi di Bach – del Concerto in Mi bemolle maggiore, detto Dumbarton Oaks dal nome della tenuta del mecenate Robert Woods Bliss (che aveva commissionato l’opera per celebrare il trentesimo anniversario del suo matrimonio con Mildred Barnes) ove Nadia Boulanger diresse la prima esecuzione assoluta nel 1938.
In quello stesso luogo, sei anni dopo, si svolsero i colloqui tra Cina, Unione Sovietica, Inghilterra, e Stati Uniti che posero le basi per la stesura della Carta delle Nazioni Unite (1945).
Di Berio ascolteremo invece una delle numerose composizioni nelle quali si manifesta la fascinazione per la voce che ha caratterizzato tutta la sua poetica; concepiti per l’arte della grande Cathy Berberian, i Folk Songs furono così descritti dal loro autore: “Si tratta di un’antologia di canti popolari di varia origine […] che ho reinterpretato ritmicamente, metricamente e armonicamente. Il discorso strumentale ha la funzione di suggerire e di commentare […] le radici espressive, cioè culturali, di ogni canzone. Questa radici non hanno a che fare solo con le origini […] ma anche con la storia degli usi che ne sono stati fatti quando non si è voluto distruggerne o manipolarne il senso. Due di queste canzoni (“La donna ideale” e “Ballo”) […] le ho composte io stesso nel 1947, la prima sulle parole scherzose di un anonimo genovese, la seconda su un testo di un anonimo siciliano.”
Con il recital di Dorella Sarlo faremo un salto di là dall’oceano Atlantico con le musiche di due fra i più significativi autori statunitensi del XX secolo: un vero e proprio caposcuola come Aaron Copland e uno dei più geniali personaggi del Novecento, Leonard Bernstein, compositore (di sinfonie, ma anche di musical di enorme successo internazionale, fra i quali il celebrato West Side Story), talentuoso pianista, nonché direttore d’orchestra fra i massimi del suo tempo, e divulgatore di eccezionali qualità, come ben dimostrano i famosi, seguitissimi Young People’s Concerts (ben cinquantatré tra il 1958 e il 1972) che trasmessi in diretta televisiva avvicinarono alla musica un’intera generazione di giovani e giovanissimi.
Le raccolte scelte da Dorella Sarlo furono tutte concepite come omaggi per i compleanni di familiari, amici, colleghi: per questo, com’è facile attendersi, i brani sono di carattere molto diverso tra loro, spaziando dall’intenso lirismo di quello che Bernstein dedicò alla moglie, l’attrice cilena Felicia Montealegre, nel ventottesimo anniversario del loro primo incontro (numero 11 dei Thirteen Anniversaries), all’imitazione canonica di quello per l’amico e collega Lukas Foss (numero 2 dei Five Anniversaries).
Il pomeriggio del 18 giugno e l’intera giornata successiva vedranno protagonisti gli studenti del “Nicolini”, prima con un concerto di musica da camera con strumenti a percussione, nel corso del quale si collegherà in video il percussionista e compositore francese Emmanuel Séjourné, poi con una maratona di dodici ore interamente dedicata alla musica contemporanea.
La sera di sabato 18 avrà luogo anche il concerto di Andrea Toschi sull’organo di San Savino, per il quale la definizione di “musica contemporanea” assume un diverso significato: i brani in programma furono infatti tutti composti dal 1967 in poi, e diversi fra questi nel terzo millennio. Fra gli autori, poco noti ai non ‘addetti ai lavori’, spicca il nome del celebre compositore estone Arvo Pärt, uno dei pochi autori del secondo Novecento a godere dei favori di un pubblico molto più ampio di quello solitamente interessato al repertorio contemporaneo.
A uno dei massimi compositori italiani del Novecento, Goffredo Petrassi, è dedicata la prima parte del concerto del 20 giugno, con una selezione di lavori cameristici che copre il periodo 1948-1978.
In quell’occasione sarà presentato il progetto di ricerca “Le carte dell’editore”, realizzato in collaborazione con la casa editrice Suvini Zerboni, che prevede la digitalizzazione dell’ampio carteggio tra il compositore e l’editore, e la successiva fruizione mediante un apposito repository in corso di preparazione da parte del Conservatorio.
Il programma sarà completato da una scena tratta dal mastodontico ciclo Licht di Karlheinz Stockhausen.
La rassegna si chiuderà nella prestigiosa sede del Teatro Municipale con la rappresentazione de Il conte di Kevenhüller, opera multimediale di Riccardo Dapelo, docente di composizione presso il Conservatorio “Nicolini”, su testi tratti dalle opere di Giorgio Caproni, letterato a tutto tondo che fu scrittore, poeta, raffinato traduttore, ma anche acuto critico letterario.
Il lavoro di Dapelo, rappresentato per la prima volta nel 2010, associa voci e strumenti con video e live electronics, oltre a recitazione e danza, e costituisce quindi anche un ottimo saggio delle diverse professionalità che oggi possono essere formate e sviluppate all’interno del Conservatorio.
Paolo Alessandro Rossini