Pier Luigi Pizzi

Ha iniziato ventenne l’attività di scenografo e costumista, nel 1951, ed è impossibile in poche righe descrivere la sua carriera internazionale, costruita su centinaia di titoli, accanto a tanti registi, tra i quali è d’obbligo ricordare almeno Giorgio De Lullo per il ventennale sodalizio con la Compagnia dei Giovani, e Luca Ronconi, con cui ha diviso dieci anni di memorabili collaborazioni, dall’Orlando furioso cinematografico, a Nabucco, Il trovatore e Orfeo ed Euridice, con la direzione di Riccardo Muti, fino al rivoluzionario Ring wagneriano iniziato nel 1974 alla Scala e completato al Maggio Musicale Fiorentino, diretto da Zubin Mehta.

Nel 1977, debutta come regista con Don Giovanni di Mozart al Teatro Regio di Torino e inaugura l’Opéra Bastille di Parigi nel 1990 con Les Troyens di Berlioz. Dal 1982 partecipa al Rossini Opera Festival, considerato un protagonista della Rossini Renaissance, festeggiato nel 2022 per i suoi quarant’anni di presenze e nominato cittadino onorario pesarese.

Nel 2000 riceve il settimo Premio Abbiati, per il miglior spettacolo lirico dell’anno, Death in Venice di Britten, al quale seguirà l’ottavo Abbiati alla carriera.

Per i Rameau a Parigi ed Aix-en-Provence, la trilogia Monteverdiana al Teatro Real di Madrid e soprattutto, portato in giro per il mondo, il Rinaldo di Händel, viene considerato uno dei principali artefici del rilancio dell’opera barocca negli anni Settanta e Ottanta, da Orlando furioso di Vivaldi con Claudio Scimone, ad Ariodante di Händel alla Scala fino all’Armide di Gluck con Riccardo Muti.

È inventore e direttore artistico dal 2006 al 2011 dello Sferisterio Opera Festival di Macerata.

È stato direttore artistico anche del Festival Puccini nel 2024 per celebrare il centenario della morte del Maestro. Presente, da più di settant’anni, nei più importanti teatri e festival del mondo, ottiene prestigiosi riconoscimenti internazionali, tra cui la Legion d’Honneur e il titolo di Officier des Arts et des Lettres in Francia, di Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana, di Commandeur de l’Ordre du Mérite Culturel nel Principato di Monaco.

Gli viene conferita una laurea honoris causa all’Università di Macerata in scienza dello spettacolo e una in storia dell’arte alla Statale di Milano.

Si è da sempre dedicato al teatro di prosa: tra i suoi lavori più recenti Un tram che si chiama desiderio, La dolce ala della giovinezza, Zoo di vetro di Tennessee Williams, Pour un oui ou pour un non di Nathalie Sarraute e Turandot di Carlo Gozzi per il Teatro Stabile del Veneto.

Da sempre appassionato d’arte, colleziona dipinti del XVII secolo ed ha allestito, e in varie occasioni curato, musei e mostre memorabili.

A Spoleto per la Fondazione Teatro Sperimentale ha messo in scena Tre atti unici di Gino Negri.

A Ravenna ritrova felicemente Ottavio Dantone dopo l’Orfeo di Monteverdi del Festival di Spoleto, l’Orfeo ed Euridice di Gluck della Fenice, Ulisse di Monteverdi , Dido and Aeneas di Purcell e la recente Trilogia d’Autunno con Orlando e Alcina di Händel.

Torna dopo una lunga assenza a Trieste con Rossini e Mozart.

Frequenti le sue presenze al Teatro Municipale di Piacenza. La più recente: Fedora di Giordano. Ora Stiffelio per l’inaugurazione della Stagione d’Opera 2025/2026.